Viaggio nel crepuscolo
Viaggio nel crepuscolo
di Augusto Contento
Viaggio nel crepuscolo percorre le strade che portano nella fredda oscurità del declino italiano: della famiglia, della società patriarcale, delle istituzioni scolastiche, della religione. In una terra dove lo spazio comune, pubblico, condiviso, è plasmato da un egoismo incolore, amorfo, persino gli ideali rivoluzionari, socialisti, comunisti, miscelati al cattolicesimo manicheo, si sono tramutati in dogmi fideistici e totalitari. Fin dalla sigla iniziale l’animazione esprime questo misto di luoghi fantasmatici, austeri e decadenti. Mescolando finzione e documentario, il film decostruisce radicalmente le forme narrative. I film di Bellocchio diventano dei versi poetici che creano nuovo senso; lo stesso vale per gli archivi, il cui utilizzo non è più funzionale alla narrazione, ma alla poesia. Viaggio nel crepuscolo propone un montaggio “quantistico”: molteplici stilemi e generi cinematografici come fossero universi paralleli che si riflettono l’uno nell’altro determinando forma, ritmo e contenuto dello spazio-tempo filmico, per parlare delle principali questioni italiane e internazionali, partendo da Bellocchio per proseguire in un universo che ridà voce a operai e contadini, cristallizzando alcune svolte epocali.