LUTHER BLISSET
1994. Un manipolo di artisti senza volto si prende gioco delle testate nazionali… e si chiamano tutti Luther. Negli angoli della Bologna degli anni Novanta spunta il volto fittizio di Luther Blissett, che ha il nome dell’attaccante del Milan, ma è uno pseudonimo. Perché Luther Blissett è soprattutto spazio in cui sperimentare, laboratorio di libertà per una grande rete di performer, irriverenti attori di sabotaggi, performance, manifestazioni, pubblicazioni, trasmissioni radiofoniche e, soprattutto, quelle che oggi chiameremmo fake news. L’irresistibile documentario che racconta le imprese del collettivo da cui si formò l’odierno Wu Ming: un movimento culturale visionario che voleva smascherare l’ipocrisia dei media. E c’è riuscito.